La Giornata dei Monumenti e dei Siti Culturali la dedichiamo ai siti italiani Patrimonio Mondiale naturale

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Il 18 aprile la Giornata Mondiale dei Monumenti e dei Siti Culturali celebra il patrimonio mondiale riconosciuto dall’Unesco. Finora, l’Unesco ha designato 1157 siti in tutto il mondo, di cui 900 sono di valore culturale, 218 sono risorse naturali e 39 sono una combinazione di entrambi, distribuiti in 167 Paesi. 
Attualmente, l’Italia vanta il maggior numero di questi siti, con ben 58 inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità. La nostra nazione custodisce un tesoro di inestimabile valore naturale, culturale e paesaggistico, che abbraccia vaste aree naturali, siti archeologici unici, monumenti storici e innumerevoli capolavori artistici, tutti pronti ad essere esplorati e apprezzati. Al momento, il Comitato del Patrimonio Mondiale sta esaminando le candidature di altri 31 siti italiani, dimostrando l’importanza continua della conservazione e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio.
Avere cura del nostro Pianeta, significa avere cura di questo sconfinato patrimonio mondiale.
La Giornata dei Monumenti e dei Siti Culturali la dedichiamo ai siti italiani Patrimonio Mondiale naturale

La Giornata dei Monumenti e dei Siti Culturali perché la dedichiamo ai siti italiani Patrimonio Mondiale naturale

I benefici associati all’inserimento di un territorio nella lista dell’UNESCO possono essere riassunti in tre punti principali:

  • Incremento della visibilità del territorio e dei suoi elementi distintivi.
  • Accesso a finanziamenti provenienti da fonti nazionali (attraverso la legge n. 77 del 2006), europee e internazionali, nonché a fondi privati.
  • Potenziamento delle politiche territoriali in settori quali il turismo, la ricerca e la conservazione, attraverso lo scambio di migliori pratiche e l’adozione di casi di successo.

L’Italia si pone al primo posto mondiale per numero di siti riconosciuti, vantando 58 luoghi, di cui 53 di valore culturale e 5 di valore naturale. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare segue attentamente i 5 siti italiani riconosciuti come Patrimonio Mondiale per criteri naturali, quali le Isole Eolie, le Dolomiti, il Monte S. Giorgio, il Monte Etna e le Faggete Vetuste, così come i siti culturali inclusi nel sistema nazionale delle aree protette, come i Parchi Nazionali del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e delle Cinque Terre.

Potete vedere un documentario molto bello dedicato ai 5 siti italiani: https://www.raiplay.it/video/2018/12/Siti-Italiani-del-Patrimonio-Mondiale-Unesco-Patrimonio-naturale-p-5-e4ae7c94-054d-41a6-8d1d-6346836c553e.html
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I siti italiani Patrimonio Mondiale naturale

Isole Eolie

La Giornata dei Monumenti e dei Siti Culturali la dedichiamo ai siti italiani Patrimonio Mondiale naturale

Splendidi luoghi bagnati da un mare incantevole, caratterizzati da una natura incontaminata e dominati da due vulcani sempre attivi, Stromboli e Vulcano. Conosciute come le “sette perle del Mediterraneo”, queste isole esercitano un fascino straordinario.
Conosciute anche come Isole Lipari, le isole Eolie fanno parte di uno dei tre arcipelaghi della Sicilia, insieme alle Egadi e alle Pelagie. Situate nel Mar Tirreno meridionale, a nord della costa settentrionale della Sicilia e di fronte alla costa tirrenica di Messina, amministrativamente fanno parte della città metropolitana di Messina.
Le sette isole sono: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli con l’isolotto di Strombolicchio, Filicudi, Alicudi e Panarea con gli isolotti di Basiluzzo, Dattilo e Lisca Bianca.
Secondo una leggenda, il nome delle isole deriva da Eolo, la divinità greca dei venti. Le Eolie erano vulcani sottomarini che emersero dalle acque circa 700.000 anni fa. Le frequenti eruzioni nel corso dei millenni hanno generato materiali unici come la pietra pomice e l’ossidiana, quest’ultima così tagliente da essere utilizzata per la fabbricazione di armi e utensili. L’importante esportazione di ossidiana in tutto il Mediterraneo ha portato all’arcipelago una grande ricchezza economica.

Durante l’Alto Medioevo, Lipari divenne meta di pellegrinaggi e intorno alle Eolie si svilupparono tradizioni ed eventi miracolosi. L’istituzione di diocesi e monasteri fu un tentativo di ripopolare le zone disabitate e promuovere l’agricoltura.
Un evento significativo nella storia delle isole è stato l’attacco del pirata turco Ariadeno Barbarossa, che saccheggiò e devastò Lipari, deportando circa novemila abitanti.
Le sette isole vulcaniche delle Eolie sono state inserite nella Lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco nel dicembre 2000 per la loro natura peculiare: l’arcipelago vulcanico costituisce un modello di grande rilevanza per gli studi di vulcanologia a livello mondiale.
Le Eolie sono considerate un vero e proprio laboratorio naturale che fornisce opportunità di studio fin dai primi secoli. Osservate sin dal XVIII secolo, hanno fornito informazioni cruciali per la comprensione dei processi geologici.
L’attività vulcanica delle isole è costantemente monitorata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania. Oltre alla sua rilevanza scientifica, il sito è noto per i suoi imponenti faraglioni, le splendide spiagge, le baie e le grotte, oltre agli straordinari fondali marini.

Dolomiti

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Fu Le Corbusier, rinomato architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese, ad ammirarle come “l’opera architettonica più straordinaria del mondo”. Un vero paradiso per gli amanti dello sport, della natura selvaggia, delle montagne incontaminate e dei sapori autentici: stiamo parlando delle Dolomiti, la leggendaria catena montuosa delle Alpi orientali, riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Le così chiamate “montagne pallide” si estendono su tre regioni: Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. È un habitat assolutamente unico che offre panorami mozzafiato.

La storia del paesaggio dolomitico è caratterizzata da un’evoluzione geomorfologica iniziata nel lontano Miocene: gli strati rocciosi, formati dall’accumulo di conchiglie, coralli e alghe, emersero per la prima volta dal mare in cui erano sedimentati, trasformandosi gradualmente in montagne. Il nome “Dolomiti” deriva dal naturalista francese Déodat de Dolomieu, il primo a studiare il particolare tipo di roccia predominante, chiamata dolomia in suo onore. Il termine “Dolomiti” comparve per la prima volta nel 1837 in una guida londinese che descriveva una regione montuosa tra le valli di Fassa, Gardena, Badia, la Val Pusteria e le Alpi venete. Tuttavia, il nome divenne ufficiale solo nel 1864, quando fu pubblicato un resoconto di viaggio redatto da due naturalisti inglesi.

Il vecchio nome, “Monti Pallidi”, si riferisce alla composizione delle rocce dolomitiche che appaiono chiare, pallide e lucenti, capaci di riflettere la luce circostante. Di giorno, le Dolomiti assumono un aspetto pallido, mentre all’alba e al tramonto si tingono di tonalità rossastre.
Queste spettacolari cattedrali di roccia sono considerate Patrimonio dell’Umanità perché rappresentano un paesaggio culturale montano unico al mondo, caratterizzato dalle rocce sedimentarie carbonatiche, note come rocce dolomitiche, che offrono un’importante testimonianza della vita marina del periodo Triassico.

Monte San Giorgio

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Monte San Giorgio è un’importante area fossilifera del Triassico medio, situata a sud del lago di Lugano al confine tra Italia e Svizzera. Originariamente una laguna tropicale, oggi è un massiccio montuoso a forma piramidale circondato da rami del lago di Lugano.
Questo sito Unesco, accessibile in mezz’ora da Varese, offre uno sguardo privilegiato sull’evoluzione delle specie in risposta ai cambiamenti climatici. I fossili rinvenuti qui sono esposti in musei paleontologici in Italia e Svizzera.
Durante il Triassico Medio, Monte San Giorgio era il fondo di un mare poco profondo all’estremità occidentale della Tetide. Gli scavi condotti dall’abate Antonio Stoppani dal 1863 hanno rivelato una ricca fauna marina e una vegetazione costiera.
L’area è ricca di fossili, come ammoniti e conchiglie, che coprono un periodo di quattro milioni di anni. Questa diversità ha portato all’inclusione della parte italiana di Monte San Giorgio nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Monte Etna

In mezzo a un paesaggio variegato di rocce vulcaniche e boschi, si innalza il Monte Etna, noto anche come Muncibbeddu o Mongibello.
Icona della Sicilia nel mondo, è il vulcano attivo più grande d’Europa, inserito nella World Heritage List UNESCO dal 2013.
L’Etna si trova sulla costa orientale della Sicilia, nella provincia di Catania, vicino allo Stretto di Messina.
È un vulcano complesso, che cambia forma con le eruzioni, dominando il panorama di Catania.
Il paesaggio circostante è vario, dalla costa dello Ionio alle campagne agricole, ai boschi fino alla natura più selvaggia vicino alla vetta.

Nel Parco dell’Etna, troviamo luoghi suggestivi come la Valle del Bove e la Grotta del Gelo, una depressione vulcanica con un ghiacciaio permanente.
L’Etna ha origine da eruzioni sottomarine, che hanno formato la Piana di Catania circa 500.000 anni fa.
Ha avuto numerose eruzioni nel corso della storia, tra cui quelle devastanti del 1669 che raggiunsero il mare e colpirono Catania.
Riconosciuto come il vulcano più attivo d’Europa, l’Etna è Patrimonio dell’Umanità UNESCO per le sue caratteristiche uniche, come i crateri e le colate di lava.
L’UNESCO ha sottolineato l’importanza scientifica, culturale e educativa del sito, che è un centro di ricerca internazionale nella vulcanologia e geologia.

Faggete primarie e vetuste dei Carpazi e di altre regioni d’Europa

Le antiche Faggete, estese dall’Emilia Romagna alla Basilicata, fanno parte del prezioso contesto ambientale transnazionale delle Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa.
Questi antichi boschi di faggio sull’Appennino rappresentano un viaggio nella storia post-glaciale, in una natura preziosa e incontaminata.
Le antiche Faggete sono foreste primordiali di faggi che hanno subìto pochi cambiamenti nei secoli, conservate in zone remote e popolate da alberi antichi, alcuni con oltre 500 anni.

Riserve naturali integrali come Sasso Fratino e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono un incredibile esempio di unicità ecologica e biologica.
Queste antiche faggete primordiali d’Europa, riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale, si estendono in 18 Paesi, tra cui l’Italia.

Le faggete italiane inserite nella lista Unesco sono 13, ognuna rappresenta un modello eccezionale di paesaggio culturale complesso.
Il faggio europeo ha resistito a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni, offrendo una testimonianza unica della storia climatica e umana.

Avere cura del nostro Pianeta, significa avere cura di questo sconfinato patrimonio mondiale.
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