Oggi, 7 settembre, si celebra per la terza volta, la Giornata Internazionale dell’aria pulita per i cieli blu (International Day of Clean Air for blue skies).
La giornata è stata istituita nel 2019 dall’ONU con lo scopo di porre l’attenzione sulla qualità dell’aria, in quanto elemento essenziale per la nostra sopravvivenza e il nostro ecosistema.
Nel settembre del 2019, 138 governi si sono impegnati collettivamente per raggiungere le linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) attraverso l’attuazione, entro il 2030, delle politiche in materia di cambiamento climatico e inquinamento atmosferico.
Riflettere sulla questione ovviamente non è sufficiente per cambiare la situazione. Tuttavia sensibilizzare le persone e promuovere le azioni per migliorare la qualità dell’aria è un passo molto importante.
Il tema per il 2022 è “L’aria che condividiamo” (The Air We Share).
L’argomento sottolinea quanto i danni all’atmosfera riguardino ognuno di noi, senza distinzione alcuna.
La Giornata Internazionale dell’aria pulita per i cieli blu si celebra il 7 settembre
L’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori rischi ambientali che intaccano la salute umana, hanno un impatto negativo sul clima, sulla biodiversità e sugli ecosistemi.
Il miglioramento della qualità dell’aria porterebbe benefici alla salute, allo sviluppo e all’ambiente: una vera rivoluzione positiva!
Secondo recenti studi circa 9 persone su 10 respirano aria inquinata, fattore che causa 7 milioni di morti ogni anno. I costi annuali dell’inquinamento atmosferico sono stimati a oltre 5 trilioni di dollari americani, circa la dimensione del prodotto interno lordo di India, Canada e Messico.
Come già detto, il cambiamento climatico è strettamente connesso all’inquinamento atmosferico. Nei 15 paesi che emettono più gas serra, si stima che l’inquinamento atmosferico costi oltre il 4% del PIL.
Il legame tra Pianeta e umanità è ben noto, ma per troppo tempo il tema è stato considerato un argomento per addetti ai lavori quali esperti ambientali, specialisti e organizzazioni di salute pubblica. Oggi siamo tutti concordi nel dire che è un problema che riguarda ciascuno di noi.
La Giornata Internazionale dell’aria pulita per i cieli blu si celebra il 7 settembre
L’inquinamento atmosferico è la presenza di agenti fisici (come il carbonioso), chimici (come gli idrocarburi) e inquinanti biologici (come per esempio l’antrace) nell’atmosfera terrestre.
Le particelle di black carbon, ad esempio, influiscono negativamente sugli ecosistemi. Aumentano la temperatura, attenuano la luce solare e modificano i modelli delle precipitazioni, tutti fattori che possono avere effetti drammatici sui raccolti. Il black carbon è anche un componente chiave dell’inquinamento atmosferico da particolato fine (PM2,5), la principale causa ambientale di cattive condizioni di salute e morti per malattie cardiache e polmonari, ictus e infarti.
Il Black Carbon (BC) e la sua componente organica (Organic Carbon) costituiscono la frazione carboniosa del particolato atmosferico emessa in ogni processo di combustione incompleta. Le emissioni naturali di Organic Carbon primario provengono dagli incendi boschivi mentre quelle antropiche sono associate principalmente al riscaldamento domestico, al traffico e ai processi industriali.
Le principali fonti di inquinamento dell’aria sono le attività industriali, gli impianti per la produzione di energia, gli impianti di riscaldamento e il traffico che sono tutte attività dell’uomo.
Secondo gli studi a disposizione il 75% dell’inquinamento outdoor dell’atmosfera sarebbe prodotto dalla lavorazione e dall’uso dei combustibili fossili.
Le aree più colpite sono le grandi aree urbane dove si concentrano industrie, traffico e riscaldamento.
Il fenomeno dello smog (dall’unione delle due parole inglesi smoke “fumo” e fog “nebbia”) è una conseguenza dell’inquinamento atmosferico nei centri urbani. Si tratta di una sorta di fumo acido, ricco di polveri e di gas irritanti, che in inverno si pone come una cappa negli strati bassi dell’atmosfera.
Il problema dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane non deve essere preso alla leggera.
Secondo un’inchiesta di Legambiente, nel 2016 oltre 32 città hanno superato la soglia massima consentita dalla legge. I dati sono piuttosto allarmanti, tanto che immediatamente sono stati presi provvedimenti per limitare il traffico, soprattutto nelle città più inquinate come Torino, Milano e Frosinone.
Tra le principali fonti di rilascio di inquinanti nell’atmosfera si annoverano gli impianti chimici industriali, gli inceneritori, i motori a scoppio degli autoveicoli, le combustioni in genere.
Seguendo questo portale potrete avere una visione d’insieme dell’inquinamento atmosferico mondiale. Per ogni località del globo per cui le misurazioni sono date troverete le stime sulla qualità dell’aria in tempo reale: https://waqi.info/it/#/c/30.572/8.535/4.2z
“L’inquinamento atmosferico è un problema globale, che ha un impatto sulla salute umana, su quella del Pianeta e sui cambiamenti climatici – ha dichiarato Inger Andersen, Direttrice esecutiva dell’UNEP – Dobbiamo garantire che l’aria pulita sia disponibile per tutti, indipendentemente dalla geografia o dallo stato socioeconomico. Per fare ciò, il mondo dovrà intraprendere un’azione decisiva e urgente”.
– Impatto sulla salute: minuscole particelle invisibili di inquinamento penetrano in profondità nei nostri polmoni, nella circolazione del sangue e nel corpo. Questi inquinanti sono responsabili di circa un terzo dei decessi per ictus, malattie respiratorie croniche e cancro ai polmoni, nonché di un quarto dei decessi per infarto. L’ozono troposferico, prodotto dall’interazione di molti diversi inquinanti alla luce del sole, è anche causa di asma e malattie respiratorie croniche.
In assenza di un intervento radicale, si stima che il numero di morti premature dovute all’inquinamento dell’aria ambiente aumenterà di oltre il 50% entro il 2050.
– Impatto climatico
Gli inquinanti climatici di breve durata (SLCP) sono tra gli inquinanti più correlati sia agli effetti sulla salute che al riscaldamento a breve termine del Pianeta. Persistono nell’atmosfera da pochi giorni ad alcuni decenni. Ridurli avrebbe benefici sulla salute e sul clima quasi immediati, soprattutto per coloro che vivono in luoghi particolarmente colpiti dall’inquinamento atmosferico.
Il recente Rapporto preliminare dell’AR6, approvato da 195 governi membri del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), fornisce nuove stime sulle scarse possibilità di riuscire a contenere il riscaldamento globale a fine secolo entro 1,5 °C, a meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala.
Vi state domandando il nesso tra inquinamento ambientale e coltivazione di bambù gigante?
Semplice.
Una delle caratteristiche che rende il bambù tanto eccezionale per il Pianeta è la sua capacità di sequestrare grandi quantità di anidride carbonica (CO2). La pianta agisce purificando l’aria che respiriamo e compensando così le emissioni inquinanti. Il bambù assorbe CO2 a livelli considerevoli fin dai suoi primi anni di vita. Dal nono anno arriva ad assorbire una quantità di anidride carbonica di ben 35 volte e mezzo superiore rispetto a un normale impianto arboreo.
Un bosco di bambù è in grado di catturare fino a 17 tonnellate di anidride carbonica per ettaro all’anno, grazie alla grande superficie fogliare perenne.
Il bambù OnlyMoso Genesi Life non si limita ad assorbire, ma possiede anche un’elevata capacità di produzione di ossigeno: circa il 35% in più rispetto a quanto farebbe un bosco tradizionale.
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