22 giugno: la giornata dedicata alla Foresta Pluviale – World Rainforest Day

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Mercoledì 22 giugno ricorre una recente ma importantissima celebrazione. Stiamo parlando della giornata della foresta pluviale, conosciuta anche come World Rainforest Day.
Questa iniziativa è stata fortemente voluta dall’organizzazione ambientalista statunitense Rainforest Partnership, a partire dal 2017.
22 giugno: la giornata dedicata alla Foresta Pluviale – World Rainforest Day

Rainforest Alliance

Ventidue giugno: la giornata dedicata alla Foresta Pluviale - World Rainforest Day

La Rainforest Alliance opera in tutto il mondo. Il suo obiettivo è aiutare le popolazioni locali a migliorare le tecniche di coltivazione e a proteggere i propri diritti sulla terra che possiedono collaborando con centinaia di aziende. Certificando i prodotti delle aziende loro partner, garantiscono che questi siano sostenibili durante tutta la filiera di produzione. L’associazione lavora in circa 100 paesi nel mondo difendendo soprattutto il diritto dei contadini di rimanere proprietari della loro terra, affinché vendano soltanto i prodotti alle aziende straniere, non i loro possedimenti.
22 giugno: la giornata dedicata alla Foresta Pluviale – World Rainforest Day

Cos’è una foresta pluviale?

Una foresta pluviale è una foresta caratterizzata da elevata piovosità. Più precisamente, si considera fluviale una foresta con precipitazioni annue minime comprese tra i 1.750 e i 2.000 millimetri.
Ci sono due tipi di foresta pluviale: la foresta tropicale e la foresta temperata.
Il fronte intertropicale gioca un ruolo significativo nel creare le condizioni climatiche necessarie per le foreste pluviali tropicali della Terra.

Le foreste pluviali sono fondamentali per la sopravvivenza della vita sulla Terra.
Vi sembra una cosa ovvia?
Tanto ovvia però non deve essere visto il rapido ritmo di distruzione messo in atto.
Circa il 40% – 75% di tutte le specie sono native delle foreste pluviali. Inoltre, è stato stimato che ci possono essere molti milioni di specie di piante, insetti e microrganismi ancora da scoprire nelle foreste pluviali tropicali. 
Le foreste pluviali tropicali sono chiamate i “gioielli della Terra” e la “più grande farmacia del mondo”, perché più di un quarto delle medicine naturali sono state scoperte lì. 
Sono anche responsabili per il 28% dell’ossigeno nel mondo, elaborato attraverso la fotosintesi da anidride carbonica e il consumo attraverso la respirazione.

La deforestazione

Ventidue giugno: la giornata dedicata alla Foresta Pluviale - World Rainforest Day

Negli ultimi quarant’anni, stiamo facendo i conti con il massiccio fenomeno della deforestazione. 
Si tratta di una piaga dalle dimensioni gigantesche.
La deforestazione ha sottratto alle foreste pluviali tropicali un’area equivalente alle dimensioni dell’intera Europa, ossia un miliardo di ettari.
Nel XX° sec. le foreste pluviali sono state sottoposte a infinite autorizzazioni agricole. I biologi stimano che un numero come 50.000 specie all’anno sia stato portato all’estinzione a causa della rimozione di habitat con la distruzione delle foreste.
Ma non solo, anche l’espansione delle aree urbane è tra i fattori scatenanti. Infatti la foresta pluviale litorale che cresce lungo la costa dell’Australia orientale è ormai quasi un miraggio per questa ragione.
Secondo la Rainforest Rescue, una delle ragioni principali del tasso di deforestazione, soprattutto in Indonesia, è la rapida espansione delle piantagioni da olio di palma per soddisfare la crescente domanda di grassi vegetali a basso costo e biocarburanti.

Il simbolo della Giornata della Foresta pluviale

La foresta amazzonica è il simbolo per eccellenza di questa giornata.
Si tratta della più vasta foresta pluviale del mondo: si estende su un’area di sei milioni di chilometri quadrati e tocca nove Paesi.
In Brasile la deforestazione è un’emergenza nazionale, i dati del primo periodo del 2022 non sono affatto incoraggianti.
Nei primi 3 mesi del 2022 è sparita sotto le motoseghe un’area di foresta tropicale pari a 941 km2.
In pratica, una superficie grande più di 5 volte quella della città di Milano.

Secondo i dati FAO, dopo l’indiscriminato disboscamento degli anni Novanta del Novecento, si erano compiuti notevoli passi avanti. Infatti se fino al 2000 si contavano 16 milioni di ettari di media l’anno di deforestazione, nel 2010 erano diventati 13 e nel 2015 erano scesi a 6,5.
Questo processo inverso dimostra che il lavoro degli ambientalisti che portano l’attenzione della società e della politica su temi caldi, non sono inutili.
Purtroppo da quando il presidente Jair Bolsonaro ha dato il via a politiche di declassificazione per i reati ambientali, la situazione sta precipitando vertiginosamente.

In Italia

La deforestazione è un problema che riguarda anche e molto l’Italia.
Secondo i dati del Rapporto sulle Foreste del Mipaaf, i boschi coprono il 39% della superficie del territorio nazionale, rientrando quindi tra i Paesi europei con la maggiore percentuale di superficie boscata rispetto al totale. Stiamo parlando di un patrimonio che va assolutamente tutelato perché viene messo costantemente a rischio da cambiamenti climatici, roghi e della degradazione ambientale dovuta all’attività erosiva delle acque superficiali. 

Mosaico Verde” è un campagna nazionale promossa da Legambiente per la tutela di 6 boschi italiani.
Questo progetto non si occupa solo della piantumazione degli alberi, perché forestare significa garantire che gli alberi piantati rimangano e generino un valore da restituire alla comunità e all’ambiente.
A questo link il progetto nel dettaglio: https://www.mosaicoverde.it/

Le 6 aree individuate nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sono la Val di Sella in Trentino Alto – Adige, il Parco Regionale di Portofino in Liguria, il Parco Nazionale Foreste Casentinesi in Toscana, il Parco Regionale Valle del Treja nel Lazio, il Parco Nazionale del Gargano in Puglia e il Parco Nazionale del Pollino in Basilicata. 
Sono tutte zone che soffrono di problematiche legate a calamità naturali, vegetazione infestante, incendi e dissesto idrogeologico.

Genesi Life combatte la crisi climatica

Fare qualcosa di concreto per l’ambiente è sempre stata una nostra priorità, ma sappiamo che non si vive soltanto di sogni. Genesi Life nasce dal desiderio di creare una guadagno continuativo nel tempo e soprattutto etico. Piantiamo bambù gigante: un elemento che può essere sfruttato in mille modi, dall’industria alimentare a quella edilizia, grazie alle sue proprietà innumerevoli.

Inoltre le nostre foreste di bambù Moso possono assorbire CO2 circa 36 volte in più rispetto un bosco tradizionale: diventando ogni giorno di più un valido alleato green.
Vorremmo raccontarvi il nostro progetto, contattateci per una chiacchierata “tra amici” sul futuro e sul Pianeta: https://www.genesilife.it/modulo-contatti/