Il 2023 è stato proclamato anno internazionale del cibo dalle Nazioni Unite. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’alimentazione sana e sostenibile e di combattere la fame nel mondo. L’iniziativa mira anche a promuovere la cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura e del settore alimentare.
Duemilavetitre per combattere lo spreco e garantire un futuro sostenibile
Dedicare un anno al cibo significa soprattutto combattere lo spreco di cibo. Ogni anno, infatti, vengono sprecati tonnellate di cibo in tutto il mondo. Non solo è una questione etica, ma rappresenta anche un ingente danno economico e ambientale. Lo spreco alimentare genera costi significativi per le aziende e per le economie nazionali, oltre ad essere una delle cause principali dell’inquinamento ambientale. L’anno internazionale del cibo rappresenta quindi un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di combattere lo spreco alimentare.
Duemilavetitre per combattere lo spreco e garantire un futuro sostenibile
Il miglio è stato scelto come alimento sostenibile per il 2023, perché rappresenta una fonte di nutrimento sana ed equilibrata. Inoltre, si tratta di un cereale adatto ai climi aridi e semi-aridi e quindi può essere coltivato in aree dove altre colture non riescono a prosperare.
Il miglio è anche una pianta che ha un basso impatto ambientale, poiché non richiede l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti e, come già detto, non ha bisogno di grandi quantità di acqua per crescere.
Per questi motivi, il miglio rappresenta una scelta ideale per l’alimentazione sostenibile. È una fonte di nutrimento equilibrata e allo stesso tempo rispettosa dell’ambiente. Il 2023 può essere quindi l’occasione per promuovere il miglio come alimento sostenibile e incoraggiare la sua coltivazione in aree colpite dalla siccità, contribuendo così alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale.
I dati sullo spreco alimentare a livello mondiale sono preoccupanti. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ogni anno vengono sprecate circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari al 30-40% della produzione alimentare globale. Ciò significa che circa un terzo del cibo prodotto per l’uomo finisce inutilizzato.
I dati emersi dal rapporto congiunto della FAO, IFAD, UNICEF, WFP e WHO (The State of Food Security and Nutrition in the World, edizione 2022), mettono in evidenza anche un divario di genere: nel mondo a soffrire di insicurezza alimentare moderata o grave è il 31,9% delle donne, rispetto al 27,6% degli uomini.
L’antenna italiana della WOIR (www.Vatican.WoirNet.org), basandosi sui dati della Commissione Europea, ha poi calcolato lo spreco in Europa. Il primato negativo, purtroppo, spetta proprio all’Italia, con 272 milioni di tonnellate di cibo buttato negli ultimi 20 anni. Essere primi, in questo caso, non ci riempie di orgoglio!
Inoltre, lo spreco alimentare rappresenta una delle principali cause di inquinamento ambientale, poiché genera emissioni di gas serra e contribuisce alla deforestazione e alla perdita di biodiversità. Combattere lo spreco alimentare è quindi un’urgenza per garantire un futuro sostenibile.
Spreco alimentare e denutrizione sono due temi strettamente connessi. La denutrizione, ovvero la mancanza di nutrienti essenziali, è uno dei principali problemi del mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), 828 milioni di persone nel mondo soffrono di denutrizione in ben 55 Paesi. Allo stesso tempo, la produzione eccessiva di cibo e la conseguente sovrapproduzione, causa un’enorme quantità di spreco alimentare, ovvero cibo che finisce inutilizzato.
Questo contrasto tra la denutrizione e lo spreco alimentare è un esempio di come l’attuale sistema alimentare sia inefficiente e iniquo. Se il cibo non sprecato fosse distribuito in modo equilibrato, sarebbe sufficiente a nutrire tutti quelli che soffrono di fame.
Ridurre lo spreco alimentare e garantire una distribuzione equa del cibo, sono fondamentali per combattere la denutrizione e garantire un futuro sostenibile per tutti.
Lo spreco alimentare non solo ha un impatto ambientale, ma può anche causare carestie e eventi climatici. La produzione eccessiva di cibo e la conseguente sovrapproduzione, infatti, richiedono un uso eccessivo di risorse come l’acqua e l’energia, causando un aumento delle emissioni di gas serra e dei cambiamenti climatici. Inoltre, lo spreco alimentare contribuisce alla scarsità di cibo e all’aumento dei prezzi alimentari in molte parti del mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, causando carestie e difficoltà per le popolazioni più vulnerabili.
Combattere lo spreco alimentare è quindi una parte importante per garantire la sicurezza alimentare e un futuro migliore per tutti.
La World Organization for International Relations ha ragione nel sottolineare la necessità improrogabile di cambiamenti radicali nel modo in cui le società producono e consumano cibo. La sopravvivenza del Pianeta dipende dalla nostra capacità di agire in modo responsabile e sostenibile.
A livello personale, possiamo fare molto per arginare il problema dello spreco alimentare. Ad esempio, possiamo acquistare solo ciò di cui abbiamo bisogno, cucinare solo le quantità di cibo di cui abbiamo bisogno, e conservare correttamente gli alimenti per prolungarne la durata. Inoltre, possiamo cercare di utilizzare gli alimenti in modo creativo, ad esempio utilizzando le verdure avanzate per preparare zuppe o il pane raffermo per fare del pane tostato.
I governi possono fare la loro parte attraverso la promozione di pratiche agricole sostenibili, l’investimento in tecnologie per conservare gli alimenti e la creazione di programmi per la distribuzione equa del cibo. Inoltre, possono anche introdurre politiche per incoraggiare i consumatori a comprare solo ciò di cui hanno bisogno e per promuovere il riciclo degli alimenti.
In generale, tutti noi abbiamo un ruolo importante da svolgere per garantire un futuro soddisfacente per il nostro Pianeta e la sua popolazione.
In conclusione, l’anno Internazionale del cibo del 2023 rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di combattere lo spreco alimentare e di garantire un domani vivibile per tutti. Per raggiungere questi obiettivi, è importante investire nella green economy.
La green economy è un modello economico che mira a garantire una crescita sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico. Investire nella green economy significa investire in tecnologie e pratiche sostenibili, come l’agricoltura biologica, l’energia rinnovabile e la riduzione dello spreco alimentare.
Questi investimenti non solo contribuiscono a proteggere l’ambiente, ma possono anche portare a guadagni economici a lungo termine. La green economy infatti, rappresenta un’opportunità per creare posti di lavoro e per sviluppare nuove tecnologie e industrie. Investire nella green economy significa quindi non solo fare la cosa giusta per il nostro Pianeta, ma anche fare la scelta giusta per il nostro futuro.
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