Dal 2008 ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.

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Dal 2008 ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.
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Vivete in montagna e quindi state pensando che questa celebrazione non vi riguardi?
Niente di più falso: la salute degli oceani si ripercuote su tutto il Pianeta.
La salute del Pianeta passa necessariamente attraverso la salute degli Oceani.
Dal 2008, ogni 8 giugno, si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.
Ripercorriamo insieme la storia di ieri, per migliorare quella di oggi.

Le origini della Giornata Mondiale degli Oceani

In occasione dell’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992 nasce l’idea di celebrare l’oceano, come bene condiviso dagli uomini, ma anche con l’intento di rafforzare la connessione tra gli umani e il mare.
L’obiettivo era creare consapevolezza del ruolo fondamentale che l’oceano svolge e soprattutto divulgare la correlazione tra le azioni umane e la salute di esso.


Da 14 anni questa giornata è stata riconosciuta anche dalle Nazioni Unite. 
Oggi più di 140 Paesi partecipano e si impegnano a considerare l’importanza dell’oceano e progettare strategie per proteggerlo.
Dal 2008 ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.

Dal 2008 ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.

La Conferenza sull’Oceano 2022

La Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano si terrà dal 27 giugno al 1° luglio 2022 a Lisbona, co-ospitata dai governi del Kenya e del Portogallo.
Il tema è “Aumentare l’azione degli oceani basata sulla scienza e l’innovazione per l’attuazione del 14° obiettivo di sviluppo sostenibile: inventario, partnership e soluzioni“.

Dal 2008 ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.

L’oceano sta affrontando minacce senza precedenti a causa delle attività umane, lo dice la scienza, non sono chiacchiere da bar.
La sua salute e la sua capacità di sostenere la vita non potranno che peggiorare con la crescita della popolazione mondiale e l’aumento delle attività umane.
Qui potete leggere maggiori dettagli sulla conferenza: https://unric.org/it/100-giorni-alla-conferenza-delle-nazioni-unite-sulloceano/

L’uomo e l’oceano

Attraverso l’acqua siamo tutti connessi.
Il fatto che l’uomo non abbia mai sentito questa connessione si è tradotto in un comportamento irresponsabile che ha gravemente danneggiato gli oceani.

“Lo stato dei nostri oceani è terribile. Attualmente stiamo scaricando fino all’equivalente di due camion di rifiuti di plastica negli oceani ogni minuto, spingendo gli ecosistemi oceanici oltre i loro limiti. Dobbiamo tutti agire immediatamente per garantire la salute dei nostri oceani e delle nostre spiagge, per oggi e per il futuro”, ha dichiarato Lea d’AuriolFondatrice di Oceanic Global.

Ad oggi abbiamo esaurito il 90% delle grandi popolazioni ittiche e distrutto il 50% delle barriere coralline. Abbiamo preso più di quel che potremo restituire.

Crisi climatica e oceani alla deriva

Il 70% della superficie terrestre è acqua. Non male, vero?
L’oceano è sia la fonte sia il sostegno di tutta la vita sulla terra: produce oltre il 50% del suo ossigeno e assorbe circa il 30% dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo. 
Ciò significa che gli oceani sono in grado di arginare gli impatti del riscaldamento globale.

L’aumento delle emissioni di carbonio fa sì che l’oceano stia diventando sempre più acido, indebolendo così la sua capacità di sostenere la vita sott’acqua e sulla terraferma.
I rifiuti di plastica stanno soffocando l’oceano e, se continuiamo su questa strada, più della metà delle specie marine del mondo potrebbe essere sull’orlo dell’estinzione entro il 2100.
Le soluzioni per risanare la salute dell’oceano esistono, ma richiederanno il coinvolgimento di tutti.

Parlando di salute della Terra dobbiamo ricordare che gli oceani ospitano la quasi totalità della biodiversità terrestre.

Dal 2008 ogni 8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.

Inoltre la farmacologia marina è in rapida e incessante crescita.
In commercio possiamo trovare 17 farmaci con principi attivi di origine marina con attività atitumorale, antivirale, antidislipidemica e analgesica.
Numerosi altri prodotti marini sono stati analizzati in studi preclinici rivolti ad aree terapeutiche diverse, tra cui principalmente malattie neurodegenerative, infiammatorie e tumorali.
Recentemente un gruppo di ricercatori, ha esaminato gli studi di farmacologia che riguardano le spugne endemiche del mar Mediterraneo.
Sono state individuate 33 specie di spugne con proprietà salutistiche, cioè con componenti che possono essere utili per la salute dell’uomo.

Le acque custodiscono anche una ricca fonte di proteine che arriva a coprire il fabbisogno di oltre un miliardo di persone in tutto il Mondo.

Il futuro della blue economy

Oceano ed economia sono strettamente collegati.
I settori maggiormente coinvolti riguardano la preservazione delle risorse marine, l’energia rinnovabile, le attività portuali e tutto il comparto navale.
Nella blue economy rientrano ovviamente anche il turismo costiero, la pesca e l’acquacoltura.

Le estati sempre più calde e secche, conseguenza del cambiamento climatico, stanno inoltre creando un mercato fiorente nella desalinizzazione idrica. Si parla di circa 2309 impianti di desalinizzazione in opera nell’UE, che producono circa 9,2 milioni di metri cubi di acqua potabile al giorno.
In conclusione possiamo certamente affermare che gli oceani sono decisivi anche nell’economia.

Cosa possiamo fare

Ognuno di noi ha un ruolo nel prendersi cura dei cosiddetti polmoni blu, facendo in modo che flora e fauna marina sopravvivano e si riproducano.
La direttiva Europea in molti Paesi ha già vietato l’uso di plastiche monouso e microplastiche.
Tuttavia è necessario intervenire anche con la raccolta della plastica in mare e nelle spiagge e al suo corretto smaltimento.

Piccoli gesti come non sprecare acqua, utilizzare detersivi e solari biologici e naturali, banalmente non gettare la plastica in mare o in spiaggia… ma visto che si trova ancora in abbondanti quantità abbandonata, tanto banale non è.
E ancora, evitare prodotti usa e getta e nel caso scegliere materiale biodegradabili. 
Si possono fare molte cose nel nostro quotidiano, acquisire consapevolezza è il primo passo.

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