Il secondo sabato di maggio si celebra la Giornata mondiale degli uccelli migratori

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“Partire è un po’ morire”…

è il titolo di una poesia di Edmond Haracourt… ma sicuramente questo non vale per gli uccelli migratori!
Per loro viaggiare significa ricalcare un rito primordiale o più semplicemente vivere.
Il secondo sabato di maggio è la Giornata mondiale degli uccelli migratori

Le origini della Giornata mondiale degli uccelli migratori

La Giornata mondiale degli uccelli migratori è stata istituita nel 2006 dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Il suo obiettivo è quello di sensibilizzare sia le istituzioni che le persone sull’importanza della salvaguardia degli uccelli migratori e dei loro habitat naturali.
Dal 23 al 28 ottobre 2017 si tenne la 12° conferenza delle parti della  Convention on the conservation of migratory species of wild animals (Cop12 Cms) a Manila, nelle Filippine. Il tema fu “Il loro futuro è il nostro futuro”, dedicato appunto alla conservazione delle specie migratorie.
L’incontro di Manila fu il più grande vertice sulla fauna selvatica del 2017 e vide la partecipazione di oltre 500 delegati provenienti da più di 120 paesi. 

Il secondo sabato di maggio è la Giornata mondiale degli uccelli migratori

Theresa Mundita Lim, direttore dell’Ufficio di gestione della biodiversità (Bmb) e responsabile delle Filippine per il Cms, in occasione della conferenza rilasciò questa dichiarazione:

“Gli animali migratori svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi del nostro pianeta, agiscono come impollinatori, disperdono semi, controllano i parassiti, sono fonte di cibo e reddito e sono un’inesauribile fonte di ispirazione per le persone nelle Filippine e in tutto il mondo con i loro intrepidi viaggi attraverso deserti e oceani”.

Nel 2018, in seguito della Cop 12 di Manila, le organizzazioni Ambiente per le Americhe (Efta), la Convenzione sulle specie migratorie (Cms) e l’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori eurasiatici africani (Aewa), fondarono una partnership nel tentativo di accrescere la conoscenza degli uccelli migratori e di evidenziare l’urgente necessità di conservarli. 

Gli habitat degli uccelli migratori

Gli uccelli vivono in tutti gli ambienti, è quindi possibile osservarli in campagna, in città, al mare. Ciò significa che con la loro presenza ci aiutano a connettere anche noi e i luoghi che abitiamo a tutti questi habitat.
A questo proposito lo slogan che fu scelto per l’edizione del 2020 “Birds connect our world” sottolineava l’importanza di conservare e ripristinare la connettività ecologica e l’integrità degli ecosistemi, essenziali per la sopravvivenza e il benessere degli uccelli migratori.

Il secondo sabato di maggio è la Giornata mondiale degli uccelli migratori

Perché gli uccelli migrano?

Gli uccelli migratori si spostano principalmente per nidificare e cercare cibo per loro stessi e i loro piccoli.


La migrazione non è soltanto un viaggio, ma un evento indispensabile per la loro sopravvivenza.
Inoltre attraverso il processo di migrazione diminuisce la competizione per le risorse vitali nello stesso ambiente.
Così i volatili hanno sviluppato diversi schemi di migrazione in diversi periodi dell’anno, percorrendo diverse rotte, per garantirsi maggiori possibilità di sopravvivenza.
A questo link potete conoscere i mesi di migrazione delle diverse specie:
https://www.vogelwarte.ch/it/uccelli/osservare/il-ritorno-degli-uccelli-migratori

Il secondo sabato di maggio è la Giornata mondiale degli uccelli migratori

I numeri più sorprendenti

Sapevate che alcuni uccelli possono volare sopra gli ottomila metri incrociando in alcuni casi gli aerei di linea?
Una migrazione inoltre può arrivare anche a tremila km al giorno. Ad esempio la sterna artica per spostarsi dalle coste atlantiche dell’Europa all’Antartide a/r, può arrivare a coprire ventiduemila km. Si parla di una distanza che corrisponde a oltre la metà della circonferenza terrestre!
In tema di velocità gli uccelli possono sfiorare gli 80 km/h in volo, sfruttando i venti per raggiungere diverse velocità.

L’orientamento negli uccelli migratori

L’orientamento avviene grazie a delle infallibili “bussole” naturali.
Tra queste è possibile individuare l’orientamento magnetico, che viene messo in atto attraverso sensori chimici nel cervello, negli occhi e nel becco. Questi li aiutano ad allinearsi ai campi magnetici terresti.
L’orientamento geografico si avvale del riconoscimento della rotta migratoria attraverso la visione e memorizzazione della forma delle coste, il corso dei fiumi o il profilo delle montagne. Quando l’uomo interviene modificando il paesaggio naturale può confondere la loro navigazione.
L’orientamento astronomico si avvale dell’orientamento attraverso le costellazioni e delle stelle, soprattutto del sole.
Esiste inoltre la memoria collettiva, una sorta di Ram che viene tramandata dai genitori o dai viaggiatori più esperti dello stormo.

Migrazione e cambiamenti climatici

Gli uccelli migratori stanno purtroppo modificando i loro comportamenti in reazione ai cambiamenti climatici.
Uno studio dell’Università di Edinburgo, che ha preso in esame centinaia di specie dei 5 continenti, svela che i volatili raggiungono i loro habitat estivi un giorno prima del normale per ogni grado in più di riscaldamento globale.


Vi sembra poco?
In realtà si tratta di una variazione che può avere ripercussioni enormi sulla vita e la capacità riproduttiva di centinaia di specie di volatili.
Infatti anticipando il loro arrivo, anche se di pochi giorni, possono trovarsi svantaggiati nella ricerca di cibo e di un sito di nidificazione.

Il secondo sabato di maggio è la Giornata mondiale degli uccelli migratori

Secondo la ricerca, sono le specie che migrano lungo le distanze maggiori che rischiano di patire di più dagli effetti dei cambiamenti climatici. A quanto pare questi animali tendono ad avere una risposta meno pronta degli altri.
Tra questi animali a rischio figurano anche la comunissima rondine e la balia nera.

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